Si sa, le app di messaggistica istantanea hanno stravolto completamente il nostro modo di comunicare. Dall’uso spropositato di emoji (per non commettere errori grossolani vi rimandiamo all’approfondimento a cura di Pierfililippo), alle videochiamate di gruppo, fino alle richieste da ultimo minuto che «meglio se gli rispondo via WhatsApp vista l’urgenza», via via sono diventati strumenti essenziali nella vita di tutti i giorni.
Nostalgia dei vari «Xk nn mi risp?» e dei 160 caratteri come limite per le nostre comunicazioni, ci siamo abituati sempre più alle nuove app di messaggistica che consentono di condividere messaggi, note audio, chiamate video di gruppo tramite la rete Internet e diventare oggi degli strumenti quasi insostituibili. Quanti di voi riescono a non aprire un’app di messaggistica instantanea almeno una volta al giorno?
Ma facciamo un passo indietro…
WhatsApp nasce nel lontano 2009, lanciata da due ex dipendenti di Yahoo!, Brian Acton e Jan Koum, configurandosi da subito come una rivoluzionaria novità al modo in cui le persone erano solite interfacciarsi via telefonino, smartphone e featured phone (quelli meno intelligenti, per capirci).
Nel 2010 arriva la prima novità: viene introdotta, infatti, la possibilità di condividere la propria posizione, una possibilità che oggi sembra minore, ma che al tempo fece subito capire come WhatsApp dovesse venire intesa come soluzione con potenzialità ben maggiori rispetto ai soli messaggini.
E poi subito la possibilità di condividere foto, video e altri documenti, per arrivare all’introduzione delle note vocali nel 2013.
Pensate a quando inviare una singola foto costava, circa, 50 centesimi tramite i vecchi MMS?
Oppure la tanto attesa “Summer Card” che ci permetteva di rispondere ai nostri amici o fidanzati come siamo soliti fare oggi, ovvero una risposta per “messaggio di testo”:
«Sai»
«Che»
«Una volta»
«Era impensabile»
«Mandare 6 messaggi differenti»
«Per dire qualcosa al tuo interlocutore?»
Febbraio 2014: Facebook annuncia l’acquisto di WhatsApp per 19 miliardi di dollari, una delle operazioni in ambito Tech più importanti di sempre (si pensi che per rilevare Instagram sono “bastati” 715,3 milioni di dollari). Con l’arrivo di Mark Zuckerberg, infatti, gli utenti passeranno in poco tempo da 450 milioni al miliardo, fino a toccare i 2 miliardi di utenti attivi a febbraio 2020, configurandosi a tutti gli effetti come l’app di messaggistica instantanea più usata al mondo.
Non solo rose e fiori, anche diverse spine
Ovviamente, oltre al successo e alla diffusione sempre più capillare, non sono mancati gli attacchi e le accuse quando qualcosa andava storto: vedi il tanto delicato tema della Privacy, concetto tanto intricato quanto attuale, che ha visto da poco l’introduzione da parte di Apple della richiesta di tracciabilità nei confronti degli utenti che utilizzano le App su dispositivi Apple (ne abbiamo parlato in questo approfondimento).
Dal 7 gennaio 2021 WhatsApp ha inviato una notifica a tutti gli utenti circa le nuove politiche sulla privacy: un nuovo aggiornamento che prevede l’impossibilità di utilizzare l’app da parte degli utenti che non accettano le condizioni a partire dall’8 febbraio. Le nuove condizioni rendono obbligatoria la condivisione di alcuni dati dei suoi utenti con Facebook per scopi commerciali. Condivisione che avveniva già in un primo tempo, ma poteva essere disattivata attraverso un’opzione specifica nel menù delle impostazioni.
I contenuti delle chat, comunque, non possono essere visti o spiati dai piani alti dell’azienda né dai gestori dell’applicazione per il tipo di crittografia che viene utilizzato, ovvero “end-to-end“. Significa che i messaggi e i file scambiati tra gli utenti possono essere visti solo da mittente e destinatario.
Nonostante la paura che Mark Zuckerberg possa leggere le nostre conversazioni sia, quindi, totalmente infondata, dopo l’annuncio alle modifiche sono stati registrati 25 milioni di nuovi download per una delle app rivali, Telegram, il cui fondatore ha così commentato:
«25 milioni di nuovi utenti si sono iscritti a Telegram solo nelle ultime 72 ore. Le persone non vogliono più scambiare la loro privacy con servizi gratuiti.»
WhatsApp, Telegram o Signal? Qual è più sicura?
In Italia vi è notoriamente una psicosi sulla privacy ingiustificata, poiché tutti i servizi di messaggistica accedono a dati utenti. Quali differenze possiamo notare tra WhatsApp, Telegram e Signal?
- Sebbene l’end-to-end sia un tipo di crittografia usata sia da WhatsApp che da Signal, anche Telegram trova un grande punto di forza nella gestione della privacy;
- La differenza sostanziale è che Telegram garantisce una crittografia end-to-end solo per le chat segrete (chiamata MTProto, tecnologia nativa e più “chiusa” rispetto all’Open Whisper Systems, utilizzato da Signal).
Per le chat normali, invece, i messaggi sono criptati sul nostro dispositivo ma vengono poi decriptati sul server di Telegram. Le conversazioni sono quindi conservate attraverso i backup sui server dell’applicazione. WhatsApp, invece, effettua i backup su cloud, sistemato considerato di fatto “meno sicuro”; - Uno dei punti di forza di Telegram è il comparto delle funzionalità; se è vero che anche WhatsApp offre tante funzionalità, Telegram non è da meno, anzi.
Telegram consente di creare gruppi fino a 200 mila utenti, mentre WhatsApp si ferma a 256; esistono i canali, i bot, i quiz, i commenti ai messaggi postati nei canali (che lo rendono a tutti gli effetti uno strumento in stile Blog). - Da poco anche WhatsApp consente l’uso dei cosiddetti messaggi effimeri, funzione che, introdotta in primis da Telegram con le chat segrete, permette l’autodistruzione di un messaggio inviato al contatto destinatario;
- Per ultima, ma non meno importante, su Telegram vi è la possibilità di inviare immagini o video non compressi, pesanti fino a 1,5 GB. È recente la notizia che anche WhatsApp stia lavorando ad un aggiornamento che permetterà di inviare foto e video alla massima qualità possibile (finalmente, aggiungerei).
Nonostante alcune piccole differenze, scegliere l’app più adatta significa, prima di tutto, rispondere a ciò di cui l’utente finale ha bisogno. Per riassumere, Signal è quella che dal punto di vista di privacy e sicurezza offre di più. Telegram, nonostante non supporti un livello di sicurezza pari a quello di Signal, resta comunque una valida alternatiava a WhatsApp in fatto di funzionalità offerte. Oltre che app di comunicazione e informazione, quindi, si configurano a tutti gli effetti come forme di intrattenimento.
Qual è il limite? I bacini di utenza
Se è vero che più utenti usano un’app e maggiore è il suo valore, non si può prescindere dai bacini di utenza per limitarsi a scegliere “l’app migliore”.
Succede spesso, infatti, che per praticità ci si trovi a collaborare con clienti che scelgono di contattarci tramite app di messaggistica instantanea per chiedere informazioni, condividere materiali o link utili.
Ecco perché, nonostante alcune funzionalità siano migliori in app quali Telegram o Signal, WhatsApp resta la più scelta da tutti per via della maggior diffusione.
WhatsApp Business: un alleato molto importante per le PMI
Non solo messaggistica tra utenti finali (amici e parenti, per capirci), bensì un ponte per avvicinare i clienti di piccole-medie imprese alle imprese stesse.
Lanciata a metà gennaio 2018, si configura come uno strumento che permette alle aziende di presentare la propria realtà sotto forma di canale contattabile tramite semplici messaggi (WhatsApp, appunto).
Così come siamo abituati a scrivere a un parente, possiamo contattare un’attività, sfogliare il suo catalogo prodotti, scoprire gli orari di apertura al pubblico e molto altro.
Entrambe le app sono gratuite, entrambe sono caratterizzate dalla medesima messaggistica istantanea.
È possibile condividere audio o video, mostrare i contatti e permettere alle attività di crescere.
Molti business se ne sono resi conto e hanno cominciato a usare le chat come canale di comunicazione con i propri clienti, in particolare WhatsApp e Facebook Messenger. (via Semrush)
Perché le aziende dovrebbero prendere in considerazione WhatsApp come canale di comunicazione?
Secondo questo caso studio, su scala mondiale, a cura di Twilio, emergono dati significativi:
- l’89% degli intervistati preferisce comunicare con le aziende tramite SMS o app di messaggistica istantanea;
- il 77% degli utenti ha le notifiche attive per i messaggi e servizi affini, mentre solo il 42% ha attive quelle delle app social.
Perché i messaggi funzionano?
Perché sono semplici, informali, rapidi. E, come descritto prima, le chat hanno via via rimpiazzato l’uso degli SMS, perché dotate di maggiori funzionalità, sono molto diffuse e convengono, dal momento che spesso i messaggi non sono inclusi nei piani tariffari degli operatori, mentre internet sì.
Stai pensando, quindi, a creare un profilo su WhatsApp Business? Ti aiutiamo con alcuni brevi passaggi!
Con un breve video introduttivo parliamo di come creare un profilo su WhatsApp Business:
Se ti sei già imbattuto in questo strumento e ti stai chiedendo quali siano le feature più importanti, eccone un breve riepilogo:
- Possibilità di creare il profilo della propria attività; oltre al nome dell’azienda, è possibile inserire indirizzo (che verrà visualizzato su Google Maps), orari di apertura, indirizzo email e sito web;
- Scegliere un messaggio di benvenuto automatico da inviare ai tuoi contatti che ti scrivono per la prima volta o che restano inattivi per 14 giorni;
- Avvertire i clienti della propria assenza (il classico risponditore automatico in caso di “Stato assente“, che puoi programmare su base oraria);
- Creare e usare risposte rapide, nei casi in cui ci si imbatta nelle cosiddette F.A.Q.;
- Ottenere un badge “confermato” o “verificato“, aspetto che consente agli utenti di capire con quale tipo di account stanno chattando;
- Vedere le statistiche dei messaggi, analitiche importanti utili ai fini delle strategie da adottare;
- Catalogare contatti e chat con le etichette, potendone scegliere fino a 20 e di cui possiamo scegliere il colore, per mantenere organizzati chat e contatti;
- Creare e gestire un catalogo prodotti, per consentire agli utenti di visionare prodotti o servizi e di interagire con essi in maniera semplice ed intuitiva.
Come inviare foto in alta qualità? Usa Telegram
Spesso accade che, nelle comunicazioni tra cliente e agenzia, sorga la necessità di inviare file multimediali da usare nelle comunicazioni sui canali social, per materiale stampato o per altre destinazioni d’uso. Una delle pratiche a cui prestare maggior attenzione riguarda la qualità dei materiali trasferiti.
Non tutti sono pratici con strumenti quali WeTransfer o nel maneggiare trasferimenti di file multimediali tra smartphone e computer, ecco perché spesso si ricorre al classico WhatsApp, spesso ignorando alcuni tecnicismi.
Inviare un media tramite WhatsApp, infatti, comporta la compressione dell’80/90% di informazioni contenute all’interno di quel file. Dimensioni più piccole, qualità inferiore. Com’è possibile ovviare?
In attesa dell’aggiornamento sopra citato, è possibile risolvere questo problema sfruttando l’app Telegram:
- nella chat con il cliente o contatto con cui ci stiamo interfacciando, premere sulla clip di sinistra (Simil “allegato”);
- Invece di premere “Foto o video”, scegliere “File” > “Foto o video”.
Il gioco è fatto! Una volta selezionati i media (è possibile selezionarne un massimo di 30 per volta), i file verranno trasferiti senza perdita di qualità; al centro, nella parte bassa dello schermo, prima di inviare il file è possibile scoprire alcune caratteristiche tecniche (formato del file, dimensione, formato dell’immagine in megapixel).
Il limite dei file trasferibili senza compressione è di 1,5 GB, ma fino a quella dimensione possiamo andare via lisci!
Per concludere
Piccole o medie aziende possono avvalersi di strumenti tanto semplici quanto intuitivi e accessibili. Le app di messaggistica istantanea, del resto, possono essere utilizzate in simultanea, a seconda degli scopi che stiamo perseguendo.
Nel mio caso, in particolare, se devo scambiarmi dei semplici messaggi con un cliente posso ricorrere a WhatsApp, nel caso in cui sia il cliente a volermi inviare dei materiali da condividere.. beh, il migliore canale da utilizzare potete suggerirlo voi! 😉
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