
Buon compleanno, Remote Working!
In questo biennio non proprio fortunato, eccallà, una gioia:
il lavoro da casa.
Non per tutti possibile, non da tutti preferibile, state però leggendo l’opinione di una convinta sostenitrice del “nuovo metodo”.
Cercherò comunque di essere imparziale nel trattare l’argomento, l’intenzione è puramente narrativa e in seguito potrete degustare le opinioni dell’intera (Be)Family.
In verità non c’è molto di innovativo in quello che stiamo vivendo, è dagli anni ‘80 che molte aziende si avvalgono della modalità di lavoro da casa.
IBM è stata una delle prime, già nel 2009 il 40% dei suoi dipendenti lavorava from home. In pianura padana c’è voluta una pandemia per “costringerci” al lavoro da remoto, ma si sa che le vie del Signore sono infinite.
Puntualizzazione doverosa e, come si suol dire, “patti chiari e amicizia lunga”:
Remote Working non è Smart Working.
Nel primo caso, viene data la possibilità di lavorare da posti che non siano l’ufficio, nel secondo caso – oltre alla flessibilità di location – si aggiunge quella oraria.
Come raggiungere questo secondo livello del Super Saiyan?
Con il pacchetto “fiducia & organizzazione plus”.
Altro che gioco di gettarsi di spalle da una sedia e aspettare che il compare ti prenda al volo, senza dei vincoli d’orario non sai che momento della giornata il tuo collega adempirà alla sua task. Occorre essere pure dei master di Tetris, per incastrare le scadenze e prendersi sempre per tempo. Il “fammi sta cosa al volo” diventa difficile se il tuo team mate ha deciso di lavorare di notte per andare a pescare le trote salmonate alle prime luci dell’alba.
Altro problema da considerare, la reperibilità coi clienti.
Per la teoria dei vasi comunicanti, più libertà da una parte significa meno disponibilità dall’altra, o comunque la necessità di instaurare un nuovo equilibrio.
Riassumendo:
- Difficile?
Sì, non prendiamoci in giro, non è cosa per tutti, adagiarsi sugli allori ed impigrirsi è un rischio reale. - Impossibile?
No, lavorare a progetto è fattibile anche per coloro che non sono liberi professionisti. D’altra parte, se volessi passare le mie 8 ore lavorative a guardare video di gattini su Tik Tok, potrei farlo anche in ufficio e mentre lavoro da casa (per i miei boss che stanno leggendo: gattini? Mai visto un gattino in vita mia).
Chiusa la parentesi e spiegate le differenze tra i due termini più confusi del 2020, vi spoilero ora cos’è il lavoro da remoto in Be.Family.
Blast from the past:
8 marzo 2020, annunciano il lockdown nazionale.
Corsa in sede per impossessarsi degli iMac e portarseli a casetta (sì, era proprio Domenica pomeriggio!).
Da quel giorno in poi, ognuno per le sue – ma nemmeno tanto, ci siamo organizzati con brevi call mattutine a cadenza regolare (i nostri “Morning Coffee”) per fare comunque due ciaccole e commentare a suon di sbadigli ciò che prima commentavamo live.
Fortunatamente i metodi di organizzazione del lavoro stesso erano già “a prova di pandemia”!
Da tempo immemore infatti utilizziamo Drive come archivio per i nostri elaborati, scambiandoci i file tramite le sue cartelle. Inoltre comunicavamo in chat anche quando eravamo in ufficio assieme!
Perché?
Culi pesanti e open space che non rendeva comodo urlarsi le task mentre qualcun altro era in call col cliente. Per di più due membri del team operavano già dalla sede di Firenze, rendendo ancor più necessaria questa organizzazione. Su Notion invece segnamo a che progetto stiamo lavorando e che lasso di tempo ci impiega ogni task, tenendo traccia di chi fa cosa.
Com’è andata a finire?
Eh, è andata a finire bene! Pazzescamente pare pure che da casa “produciamo di più”. Come in tutte le storie, ci sono dei pro e dei contro ed ora ve ne beccate una lista!
PRO
- Non devo prendere il treno
La vita da pendolare, diciamolo pure senza mezzi termini, è uno schifo. Lavorando da casa non esistono più treni in ritardo, non esistono più costosi abbonamenti e soprattutto non esiste più la sveglia delle 6.50. Se tu che leggi abiti accanto al tuo ufficio e non vedi questo vantaggio, non è che il vantaggio non ci sia, è che tu lo avevi già. - Torno a casa presto
Alle 18.00 posso potenzialmente fare ciò che voglio, e questo mi rende molto più propensa a lavorare quel quarto d’ora in più quando occorre. Prima avevo una molla invisibile omologata alla sedia che mi faceva scattare a mò di soldatino alle 18 spaccate (perdi tu il treno ed aspetta quello successivo, esattamente un’ora dopo).
- Maltempo non ti temo
Se mi alzo e piove non mi trasformo in Mosconi, ma guardo con sguardo melanconico il cielo tempestoso e me la sghigno pensando a tutti quelli imbottigliati nel traffico. - Posso lavorare da altre case
Avessi la casa al mare, vi starei probabilmente scrivendo da lì. D’altra parte, casa è dove il wifi si connette automaticamente. - Faccio meno lavatrici
Sì, lo so, tutti i blog che avete letto finora consigliano di togliersi comunque il pigiama per dare ritmo alla giornata. Io sono un’impavida e mi piace lavorare in condizioni impresentabili, salvo nel caso di videocall con clienti.
- Basta sprecare le ferie!
Se ho una visita o un appuntamento in banca, posso prendermi solo poche ore di permesso anziché perdere l’intera giornata.
Finalmente uso le ferie solo per quello per cui andrebbero usare: il dolce far nulla! - Addio, schiscetta!
Addio zuppa di cereali da scaldare al microonde, addio cibarie che sanno dal detersivo usato per lavare il contenitore: finalmente, alle 12.50, posso decidere di mettere una pentola piena d’acqua sul fuoco e prepararmi un buon piatto di pasta fatto al momento. - Meno bollette per Be.Family
I pro per i dipendenti sono tanti, ma anche le aziende ne guadagnano. Ad esempio in Be.Family la bolletta del riscaldamento in inverno e dell’aria condizionata in estate è sicuramente più bassa… e pure le dosi del free coffee sono drasticamente diminuite! - Vantaggio bilaterale sulla produttività
Il lavoro da casa consente una concentrazione maggiore e quindi una maggiore produttività in termini di tempi di efficienza. Si ciaccola di meno e si lavora più spediti! - Siamo tutti un po’ più Greta Thunberg
Lo scrivo alla fine perché non voglio far finta che sia questo il fulcro del remote working, ma anche l’ambiente ci ringrazia. La maggior parte delle persone si affida a mezzi di trasporto personali, se chi può farne a meno ne facesse a meno, tanto brutto non sarebbe.
CONTRO
Quando si coltivano le rose… si devono accettare anche le spine!
-
- Sepolti in casa
Soprattutto in tempo di lockdown, è capitato più volte che non mettessi piede fuori casa per 7 giorni filati. L’uomo, che voglia o meno, è un animale sociale, ed il pallone che ho soprannominato Wilson non può eguagliare i visetti degli altri esseri viventi oltre queste quattro mura. - Autogestione
Puntualità e correttezza nelle consegne non devono subire un calo. Il fatto che tu non possa ricevere un’occhiataccia dal tuo team, non vuol dire che quell’occhiataccia non ci sia! - E.T. telefono-casa
Avere una linea veloce e stabile a casa è il primo fondamentale requisito. Se volevi vivere col solo piano tariffario del tuo smartphone, eh beh ora hai capito dove investire i soldi della benzina che risparmi.
- La stanza dei giochi
Se vivi in un bilocale di 45 mq, questo consiglio non sarà applicabile: buona norma dice che è bene separare l’area di lavoro con gli spazi della tua vita quotidiana. Se per forza di cose utilizzi il tavolo della cucina, con la finestra che si specchia nel monitor del pc e con la sedia di vimini della nonna, allora lavorare potrebbe non essere così confortevole. - Prenditi una pausa ogni tanto
Anche se non sussiste più la scusa di preparare il caffè per tutti, ricordati di fermarti ogni tanto, altrimenti arriverai a sera stremato!
Se vivi nell’angoscia che ti scrivano su Slack giusto mentre sei corso in bagno e tutti pensano che non rispondi perché stai pettinando le bambole, vivi sereno e pensa che l’importante è che a fine giornata tu abbia svolto tutte le task che ti eri prefissato. Inspira, espira. And repeat. - Lupo solitario
Soprattutto per i nuovi arrivati in un team, creare legami coi colleghi e comprendere le dinamiche dell’azienda, può diventare difficoltoso da remoto. Anche i rapporti più radicati corrono il rischio di sfibrarsi, lavorando costantemente a distanza. Per evitare questa evenienza, sfrutta i momenti d’aggregazione (anche se più dilazionati nel tempo) per coltivare i rapporti umani e non aver paura di fare una chiamata in più anziché scrivere sempre in chat. - Scusa ma non hai visto la notifica?!
Lavorando da remoto certe dinamiche si sveltiscono ma altre… si allungano!
Può capitare di aver fretta di ricevere un feedback, e di dover attendere anche per ore una risposta dal collega. In questo caso, pensa che “di persona” forse ti saresti alzato e saresti corso sino al suo desk, ma avresti ricevuto risposta repentina solo disturbandolo ed interrompendo il suo lavoro! Quindi ancora una volta, non pensar male ed armati di pazienza. Se proprio il bisogno di quell’informazione è impellente, usa i metodi della nonna, alza la cornetta! - Ma quando è successo?!
Meno contatto umano e le novità di ciascun collega non sono le sole informazioni che ti perderai… anche l’andamento dei progetti in cui non sei direttamente inserito, diventerà per te un mistero! In quanto parte di un team e in quanto persona altamente ficcanaso, non captare più tutti gli spetteguléss e non essere costantemente aggiornata sui lavori in cantiere, un po’ mi manca. - Potrei guardare un tutorial ma…
Ma preferisco se me lo spieghi tu, caro collega che ne sa di più su questo argomento. E non solo perché io sia pigra (e non ho detto che non lo sono), ma soprattutto perché si crea un circolo virtuoso nel collaborare e nel continuare a confrontarsi ed imparare vicendevolmente skills nuove. Ricavarsi del tempo per della formazione non è scontato, ma è un buon investimento per il futuro del team. - Vorrei risultare il più equa possibile e trovare lo svantaggio numero 10 ma proprio non ce me ne vengono altri… Amico lettore, suggerimenti? Li attendiamo trepidanti sul nostro Instagram.
- Sepolti in casa
Nel frattempo, ecco i nostri pareri in tema “Remote Working”!
SONDAGGIONE INTERNO
Domanda:
Scegli situazione ottimale tra:
-
lavorare sempre in ufficio
-
lavorare sempre in remoto
-
lavorare metà settimana in ufficio e metà da casa
-
lavorare da remoto con appuntamenti a cadenza mensile in ufficio
Pier: Lavorare sempre in ufficio, da sempre e per sempre. La mia soglia di attenzione è così bassa che in quasiasi altro contesto probabilmente la mia produttività crollerebbe. (Anche se alla fine in ufficio si è da soli o grandina. Serve per separare chiaramente vita lavorativa -frenetica- da quella privata).
Nick: Lavorare da remoto con appuntamenti a cadenza mensile in ufficio (remoto = da dove si vuole. È importante però vedersi ogni tanto, altrimenti si perde il senso di team).
Ste: Lavorare da remoto con appuntamenti a cadenza mensile in ufficio (anche settimanale, il lavoro è lavoro, non importa da dove tu lo stia svolgendo).
Sarah: Lavorare da remoto con appuntamenti a cadenza mensile in ufficio (diventa “l’avvenimento” mensile tanto atteso).
Reem: Working from the office, with flexibility around remote work. A team’s energy can rub off on you and make you feel like you are all working towards a shared goal, whereas working alone from home can make you lose sight of that. On the other hand, there are certainly benefits to remote work, so a good balance of the two can work wonders.
Cianfe: Lavorare da remoto con appuntamenti a cadenza mensile in ufficio (perché ogni tanto mi piace vedere visi ed usare i vestiti dell’armadio, oltre al pigiama).
Domanda:
Non hai paura che lavorando da remoto il rapporto tra colleghi s’indebolisca e che il rapporto con l’azienda si riduca ad un semplice scambio lavoro/denaro?
Pier: Probabilmente tra colleghi sì, mentre per l’azienda può essere un’opportunità per dimostrare fiducia nei confronti del team.
Nick: Sì, all’inizio è un timore che ho avuto, mi sentivo un’isola in un arcipelago: sei vicino, ma non ci sono ponti per raggiungere altre isole. Poi è cambiato qualcosa ha quando abbiamo iniziato a fare i morning coffee: lì ho percepito che il segreto di Be.Family è proprio il gruppo. I soldi sono una conseguenza, non il fine.
Ste: Non credo, ritengo sia la responsabilità di ognuno che porti al voler mantenere salde le relazioni, soprattutto se è il gruppo che può portare a risultati. Anzi, con la distanza sorge più spontanea la voglia di relazionarsi tramite telefonate, audio o messaggi veloci.
Sarah: Dipende dal tipo di rapporto che si instaura, non è detto che si affievolisca, penso dipenda anche dal carattere di ognuno.
Reem: I feel there’s a clear distinction between being physically between a team and maintaining contact only digitally. I wouldn’t want to be in a long distance relationship without knowing when I can meet my partner again (😛).
Cianfe: Avrei paura se fossi nuova dell’azienda, ma in questo caso penso che le relazioni si possano mantenere anche a suon di messaggi e chiamate, vedendosi ogni tanto di persona.
Domanda:
Scrivi due tra i migliori vantaggi che ti ha portato il lavoro da remoto.
Pier: Aumento produttività / Riduzione costi fissi / Eliminazione dei confini territoriali con conseguente aumento di opportunità.
Nick: Meno responsabilità nella gestione della sede di Mestre / Work-life balance nettamente migliorato.
Ste: Poter gestire le faccende extra lavoro nei momenti morti, aumentare la produttività e iniziare ad allenarmi poco dopo aver chiuso il computer.
Sarah: Poter rientrare più spesso dai miei genitori in Sardegna, recupero del tempo impiegato nel “viaggio”, nonché delle ore di sonno.
Reem: Being able to work from anywhere. Learning the art of better communicating online.
Cianfe: Ho smesso con la vita da pendolare / A quanto pare, sono più veloce nel completare le task, da casa!
Domanda:
Scrivi due contro che hai constatato lavorando da remoto.
Pier: Difficoltà nell’abituare i clienti all’assenza della classica sala riunioni / Minor crescita personale e professionare frutto del confronto con i colleghi.
Nick: Meno momenti ludici/di svago con i colleghi / Momenti di confronto più veloci e spesso meno dettagliati.
Ste: La velocità con cui ci si confronta con un collega, l’empatia di averlo a fianco e trasmettergli “live” le emozioni che ti suscita una novità o un contenuto che vorresti condividere.
Sarah: Essendo abituata al lavoro autonomo e solitario da casa mi sembra un po’ di essere tornata indietro nel tempo / mancano i momenti cazzeggio con i colleghi.
Reem: A lot more silence, craving the hustle and bustle of the team. The sound of people typing away snaps you out of a day-dream and back into the task at hand.
Cianfe: Vita molto più sedentaria / Meno momenti ludici tra colleghi.
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