Siamo verso la fine dell’anno ed è tempo di respirare un po’ d’aria nuova con alcune previsioni di quel che sarà il marketing del futuro. Di articoli così ne avrete letti (e ne leggerete) a tonnellate in queste settimane: trend, mode, pattern… non è semplice orientarsi con tutte queste novità e, ancor più importante, non è facile interpretare i dati già a nostra disposizione per vedere cosa succederà nel futuro.
Per fortuna, c’è chi è più critico e attento di noi e ci restituisce, con l’oggettività dei dati, 7 previsioni su cosa dovremmo aspettarci nel mondo del marketing da qui ai prossimi mesi, se non anni. Si tratta dell’ultimo rapporto di Trends.co.
1) Un regalo perché no
Dobbiamo dire addio ai programmi di raccolta punti. Regalare sarà la nuova strategia di fidelizzazione dei clienti.
Durante la pandemia, la spesa globale in regali aziendali è più che raddoppiata: a ottobre 2021, la spesa media per regali aziendali nel mercato USA era pari a 125 miliardi di $ (+66% sul 2020), mentre per il 2024 è prevista a 306 miliardi.
Mantenere una connessione con i propri clienti è la chiave del successo: regalare è una strategia che garantisce una relazione in un mondo sempre più online, porta benefici anche a clienti vecchi o non più attivi (il 19% dei clienti che riceve un regalo torna ad acquistare entro 90 giorni) e avvicina nuovi clienti grazie al passaparola.
Gli investimenti mondiali si stanno concentrando su varie startup impegnate nel mercato dei regali aziendali di lusso (ad esempio &Open), segnale che la direzione di questo business sembra essere promettente.
La strategia può essere impiegata anche per fidelizzare i dipendenti e premiarli al raggiungimento di determinati risultati: Wellbox, ad esempio, è un sevizio che offre un’ampia gamma di box ideate proprio a questo scopo.
2) L’intramontabile marketing diretto
I costi di advertising sono sempre più elevati: per alcune categorie merceologiche, come il beauty, l’aumento del CPC su Google Ads (costo per ottenere un clic da un annuncio pubblicitario) è aumentato di oltre il 40% in un solo anno. Per di più, noi tutti siamo sempre più stanchi di essere innondati da annunci pubblicitari. Con queste premesse, garantire un ritorno sull’investimento in questo campo è davvero sempre più arduo.
È così che i budget medi dedicati alle attività di direct mail marketing (marketing diretto) sono aumentati del 191% durante la pandemia e continuano a salire, con un traffico totale aumentato del 34% dal 2020 al 2022.
Sembra incredibile, ma torneremo a spedire con la buon vecchia posta: le cartoline pubblicitarie sembrano rivivere una seconda giovinezza e, secondo i dati di Trend.co, il 70% degli intervistati ritiene che il marketing diretto veicoli messaggi più personali rispetto agli altri canali online.
3) Old but gold
Old school is the new cool. Le ricerche su prodotti a tema anni Ottanta su Amazon si stanno scatenando: ad esempio, «retro home decor» ha registrato un +290% l’anno scorso. A guidare questo trend sono i Millenials (nati tra il 1980 e il 1995), che hanno raggiunto il loro massimo potere d’acquisto e sono mossi da una forte nostalgia per il recente passato.
C’è una riscoperta del retrò che non può lasciare indifferenti i marketer. Infatti, brand come Vacation, hanno adottato un’estetica dei prodotti che si rifà molto agli anni ’80, proprio per triggerare questo ritrovata voglia dei tempi che furono.
4) Audio SEO
La crescita dei contenuti audio sta raggiungendo nuove vette: i podcast aumentano giorno dopo giorno (solo Spotify offre oltre 3 milioni di titoli, circa 43 volte quelli di Netflix, Disney+ e Apple TV insieme) anche perché gli utenti sembrano essere stanchi, o comunque annoiati, dai media visuali.
C’è però un problema: nell’abbondanza si rischia di perdersi. Infatti, il 65% delle persone intervistate che non hanno mai ascoltato un podcast dichiarano che il motivo è che non sanno da dove cominciare. Per questo, il mercato dell’audio SEO è destinato a seguire le orme del SEO tradizionale, che è salito a un valore totale di 80 miliardi di dollari in soli 25 anni.
5) NFT Marketing
I brand devono salire sul treno degli NFT per connettersi con la Gen Z.
Secondo SkyQuest, il mercato degli NFT accelererà con un tasso di crescita annuo del 34% fino al 2028. Una bolla? Beh, il numero di proprietari di NFT è destinato ad aumentare fino a 65 milioni nel 2028 (un incremento del 533% rispetto ad oggi).
Grandi brand in tutto il mondo stanno già sfruttando gli NFT nella loro strategia di marketing, in particolare per avvicinare la Gen Z.
Uno dei modi più comuni in cui i brand usano gli NFT è per l’accesso esclusivo a una community (es. su Discord), a eventi virtuali e merchandising.
Louis Vuitton ha rilasciato la sua app “Louis the Game” che include 30 NFT che possono essere raccolti solo giocando.
La piattaforma di NFT Neon ha lanciato il primo distributore automatico di NFT al mondo a febbraio 2022: accetta carta di credito, senza la necessità di convertire la valuta in cripto prima dell’acquisto.
6) Virtual Pop-Up Shop
I pop-up store virtuali si stanno rivelando delle alternative vincenti ai negozi temporanei fisici. Gli utenti hanno il desiderio/curiosità di sperimentare il metaverso e si aspettano il contributo dei brand in questo campo.
Per i marketer non significa buttarsi per forza a capofitto nel metaverso, ma pensare a esperienze virtuali sempre più coinvolgenti. Un virtual pop-up store può essere anche una “semplice” landing per un lancio di un nuovo prodotto.
Grandi brand come Nike, Adidas, Gucci, Burberry e Samsung (per citarne solo alcuni) stanno presidiando il metaverso, sperimentando shop temporanei: Hogan, per esempio, ha preso parte alla Decentraland Fashion Week 2022 con uno store virtuali monomarca.
7) Influncer nel mondo B2B
Circa l’80% dei brand B2B ha intenzione di mantenere o aumentare il budget dedicato a influncer. Il 58% dei marketer di brand B2B ha dichiarato di voler aumentare la spesa per influencer su TitTok, contro il 49% del mondo B2C.
Gli utenti del mondo B2B trovano i contenuti di terze parti o sponsorizzati più affidabili rispetto a quelli condivisi direttamente da un’azienda.
Tuttavia, il 60% dei marketer B2B intervistati ritiene di non avere le giuste competenze in azienda per approfittare di questo trend e portare benefici al brand. Questo apre la strada a possibili proposte di formazione nel mondo dell’influencer marketing dedicato al mercato B2B.
I contenuti creati grazie all’intermediazione di influencer sono vari: articoli nel blog, webinar, podcast e live video.
La visione sul futuro del marketing volge al termine, ma le tendenze sono ogni giorno sotto i nostri occhi: avete altre previsioni che potete condividere in questo campo? Parliamone nei commenti, oppure mandate un direct via Instagram al mio profilo personale o in quello di Be.Family.