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Ti è mai capitato di acquistare un libro solo per la sua copertina?

Forse no, ma le probabilità che una bella copertina abbia catturato la tua attenzione e ti abbia portato a prendere in mano quel libro e analizzarne le prime pagine è molto alta.
Anche se non riesci a individuarne il reale motivo, c’è qualcosa su alcune copertine che ci attrae. Alcune sembrano fresche, altre spiritose, altre ancora sembrano celare contenuti di sostanza.

Se chiedi ad alcuni designer e illustratori cosa rende bella una copertina forse non sapranno risponderti, tuttavia, potranno spiegarti come i vari elementi di design – il carattere, il colore e la composizione – si possano unire per creare una metafora visiva perfetta per il testo.
Non sei ancora convinto?
Ti riportiamo le opinioni di 15 designer, i quali hanno commentato le copertine preferite, le migliori mai create.

Nel descrivere le loro scelte, la maggior parte ha dimostrato un grande apprezzamento nei confronti della semplicità.

The Wig – Charles Wright
Cover design by Milton Glaser

 

Oliver Munday

«Amo la rigidità di questa copertina, il suo umorismo evidente, la tipografia insolente del titolo accoppiata con l’elegante script di Glaser.
C’è un’apparente tensione tra le forme illustrate.
Dopo averla fissata per qualche tempo, la parrucca bionda diventa insidiosa, improvvisamente prensile sulla testa anonima.
Come per i disegni più semplici, i significati crescono e si evolvono, spesso al di là dell’intento originario. Questa copertina è certamente invecchiata bene.»

Leggilo

 

On Such A Full Sea – Chang-rae Lee
Cover design by Helen Yentus

 

Charlotte Strick

«I desiger che progettano cover per libri sono generalmente costretti a lavorare su superfici piane o comunque mantenere un profilo non troppo ingombrante.
L’opportunità di pensare “al di fuori del rettangolo” è rara ed emozionante.
Nel 2014, Helen Yentus ha sognato un case in 3D per il futuristico romanzo di Chang-rae Lee.
Realizzato in collaborazione con il MakerBot Studio, Yentus ha utilizzato una stampante 3D, allungando le lettere geometriche del famoso Futura di Paul Renner del 1927, al loro massimo. Troppo spesso, i designer sono costretti a creare questi tipi di illusioni in due dimensioni. In questo modo Yentus trasforma la superficie piatta della copertina del libro in una vera scultura.»

Leggilo

Crime Novel Series – Havank
Design by Dick Bruna

 

Andrew Smith

«Nel 2015 ho avuto la fortuna di visitare una mostra dedicata alle opere di Dick Bruna al Museo Rijks di Amsterdam.
Sono sempre stato un fan del suo personaggio Miffy, ma non avevo pienamente apprezzato l’estensione delle sue altre opere, in particolare la vasta gamma di copertine (più di 2000 in totale) che disegnava e illustrava.
Una serie che mi ha molto colpito è stata quella dedicata ai romanzi gialli, raffigurante nella maggior parte delle copertine il fumatore francese-polacco Charles C.M. Carlier in vari scenari.
Tutte le copertine erano disegnate con la semplicità e l’intuizione che contraddistingue i lavori di Bruna.
Amo la ripetizione di questo personaggio e come, con solo alcuni piccoli aggiustamenti, abbia creato uno stile così riconoscibile.»

Leggilo

1984 – George Orwell
Design by David Pearson

 

Mark Ecob

«Amo le idee spiritose, semplici e potenti. Questo ne è un esempio perfetto.
David utilizzò la griglia originale della casa editrice Penguin, e con la pellicola nera censurò il titolo e l’autore.
Se hai letto il 1984, saprai del Ministero della Verità.
Il design di questa copertina spinge indietro il lettore superficiale, contribuendo a salvaguardare il futuro del libro come un oggetto da apprezzare anche nel contenuto e non solo da esporre.»

Leggilo

Fraud – David Rakoff
Design by Chip Kidd

 

Barbara deWilde

«Ira Glass, durante un episodio speciale di American Life sull’umorista David Rakoff, ha dichiarato: “Le grandi storie accadono a coloro che possono raccontarle”
Vorrei prendere questa frase e rielaborarla, dicendo che grandi titoli sono scritti solo da coloro che possono farlo.
Il blasfemo di Chip Kidd ha sconvolto il titolo del libro di David, rendendolo migliore… palpabile, divertente.
David e Chip erano amici nella vita reale e mi piace pensare a loro due insieme quando guardo questa copertina.»

Leggilo

Slaughterhouse Five – Kurt Vonnegut
Design by Paul Bacon

 

Jack Smith

«Quando ho incontrato la copertina di Slaughterhouse-Five di Paul Bacon nel 1969, ero sconcertato.
Da enorme fan di Vonnegut e di un disegno basato su narrativa, non riuscivo a capire questa scelta. Sembrava trasmettere così poco del libro.
Troppo semplice, con una forma che richiamava una tomba di pietra o una porta.
Questo tuttavia è un esempio perfetto di come si può creare una bella copertina senza rivelare nulla al potenziale lettore.
Creando in questo modo un’identità per il libro.»

Leggilo

Illuminature – Rachel Williams
Design by Carnovsky

 

Sinem Erkas

«In realtà non ho una copertina preferita: cambio troppo spesso gusti e le mie preferenze variano in base al genere e al contesto del libro.
Di regola, tuttavia, tendo a non essere attratta da copertine “belle”, ma quelle che ti fanno vedere, pensare o sentire diversamente.
Se è anche bello, come questo, allora diventa abbastanza memorabile. Mi piace la sua intelligenza, poiché a seconda di quale filtro colorato si sceglie di guardare, mostra un’illustrazione diversa.
Sono attratta dalla sua complessità e semplicità allo stesso tempo. Inoltre, è ingegnoso ottenere tre diverse figure in una sola immagine.
Questa copertina fa emergere la giocosa bambina che è in me.»

Leggilo

Watching The Body Burn – Thomas Glynn
Design by Chip Kidd

 

Brad Norr

«Non volevo scegliere una copertina di Chip Kidd; È diventato (meritatamente) onnipresente e ha fatto tante copertine acclamate. Troppo facile sceglierne una sua.
Ma devo essere onesto: ho visto questa copertina poco dopo essermi trasferito a Minneapolis per diventare un vero designer, e mi ha spaventato.
Non sapevo che si potesse fare questaa roba … i condensati sans accoppiati con lo script… il layout strano… quella la palette colori… la meravigliosa illustrazione… quei capelli ardenti. Aveva un’atmosfera retrò ma si sentiva ancora fresca. Quando l’ho visto, ho pensato due cose: voglio essere un designer, e voglio progettare copertine di libri. (E se devo continuare ad essere onesto, ho anche avuto un terzo pensiero: non farò mai niente di così figo.)»

Leggilo

New Directions’ New Classic Series
Design by Alvin Lustig

 

Rex Bonomelli

«Se mi chiedete chi è il mio designer preferito di tutti i tempi, risponderò senza dubbio Alvin Lustig.
Se mi chiedete quale dei suoi disegni è il mio preferito, mi sarà impossibile dirvelo.
Sicuramente tra queste c’è una delle copertine progettate per  New Directions’ New Classics Series.
Lustig fondò essenzialmente la New Direction’ Series con un look moderno che ricordava quello che stava succedendo nel mondo delle belle arti.
È come se fosse riuscito a tradurre una scultura di Calder o una pittura di Joan Miro in una copertina.
Ogni libro è ridotto a colore, linea, forma e riflette perfettamente la sensazione del libro e il contenuto letterale. Le forme geometriche, le tavolozze di colori audaci, le linee libere ancora oggi appaiono moderne.»

Leggilo

Obesession: A History – Lennard J. Davis
Design by Isac Tobin & Laurend Nassef 

 

Anne Jordan

«Sono a attratta da questa copertina per la sua semplicità e qualità dei materiali.
Il titolo è stato accuratamente cucito a mano attraverso le carte.
Il processo utilizzato per creare l’immagine trasmette alla perfezione la parola “ossessione” con una sensazione incredibilmente viscerale.
Quando guardo questa copertina, immagino immediatamente il dolore che Lauren Nassef deve aver sentito nei suoi pollici dopo aver premuto tante volte la testa dell’ago attraverso la carta. Il risultato è un’immagine concisa e stupefacente con una straordinaria connessione tra visivo e verbale.»

Leggilo

White Girl – Hilton Als
Design by McSweeney’s

 

Kelly Winton

«Mi piace la giustapposizione del titolo del libro con la fotografia di uno dei miei fotografi preferiti, Garry Winogrand. Sei donne bianche sedute su una panchina: sul lato sinistro si trova un giovane uomo nero che parla con una donna bianca, i due sono impegnati e immersi tra loro. Le tre ragazze al centro si abbracciano e sussurrano, mentre altre due ragazze guardano qualcosa al di fuori della cornice. Sul lato destro, un uomo bianco anziano sta leggendo un giornale. È una composizione affascinante e mi piace la sensibilità e la bellezza di questo scatto.
Il design è tanto semplice, quanto intelligente. Lo sfondo nero e il carattere capitalizzato di Jean Luc in bianco e giallo danno alla cover una forza incredibile.
Richiede attenzione e quasi mi ricorda un album punk.»

Leggilo

The Work of Art in the Age of Mechanical Reproduction – Walter Benjamin
Design by David Pearson

 

John Gall

«Anni fa stavo lavorando ad una copertina e l’unica parte realmente “lavorata” era il disegno, perciò la posizionai in mezzo.
La copertina di David Pearson per The Work of Art in the Age of Mechanical Reproduction prende questa idea e la migliora esponenzialmente: creando una copertina che rappresenta la perfezione concettuale. Una di quelle idee che sembrano evidenti solo una volta che qualcun altro lo ha fatto.»

Leggilo

The Major’s Tongue – Nathaniel Rich
Design by Gray318

 

Jamie Keenan

«Questa copertina ha tutto quello che potresti mai desiderare – una grande collezione di caratteri, un bel colore che va dal rosso al nero e poi torna nuovamente al rosso, una sorprendente struttura a zigzag che contiene tutto insieme. Si riesce a guardare tutti gli elementi simultaneamente. Un pezzo d’arte e un prodotto commerciale allo stesso tempo.»

Leggilo

The New Testament – Richmond Lattimore
Design by Chip Kidd

 

Evan Gaffney

«Uno dei grandi piaceri della progettazione di una copertina è l’opportunità di collegare il lavoro di un autore all’opera di un artista visivo.
Per questa copertina del 1997, Chip Kidd ha connesso una traduzione contemporanea di The New Testament all’opera del fotografo Andres Serrano: una scelta sconvolgente che ha immediatamente scosso i lettori. Sopra l’immagine, il carattere è quasi sottomesso. Si è lasciato spazio alla storia e all’immagine. Per il lettore sarà un piacere scoprire questo libro.»

Leggilo

The Book of Dead Philosophers – Simon Critchley
Design by John Gall

 

Rachel Willey

«Dopo la laurea, ho lavorato per molti anni in librerie. Ho trascorso ogni giorno organizzando libri e memorizzando inconsciamente i loro titoli e le loro copertine.
Giorno dopo giorno, ho cominciato a prendere nota di alcuni designer le cui copertine mi gravitavano sempre intorno.
Uno di questi designer era John Gall. Le sue copertine giocavano sempre con il formato che era stato scelto.
Si è passati da copertine con immagini piatte e collage a quelle fotografiche con ombre e profondità.
Ricordo in particolare questa copertina perché raramente ho goduto di cover di libri nella sezione “filosofia” del nostro negozio, ma quando ho visto questa mi è piaciuta tantissimo.
Era così intelligente e riusciva a ironizzare su un argomento “difficile”. Non è mai rimasto sul sullo scaffale per molto tempo, ogni volta che ne avevo occasione lo prendevo in mano per ammirarlo.»

Leggilo

 

Questi 15 designer hanno indicato e commentato le loro copertine preferite.
È interessante notare come i motivi di tali scelte siano completamenti differenti tra loro.

Per non sentirmi da meno ho voluto scegliere e commentare anche io la mia copertina preferita:

 

Packaging Design e Pubblica Utilità – Erik Ciravegna & Umberto Tolino

 

Pierfilippo Ariano

«Durante la stesura della mia tesi di laurea triennale sul packaging design ero alla ricerca di libri utili. In libreria mi imbattei in questo libro.
Chi mi conosce sa quanto ami la pizza, quindi mi sono sentito proprio come se questo libro stesse cercando me. La semplicità e la leggerezza dell’illustrazione accostata al titolo solido e importante ha da subito catturato la mia attenzione. Ancora oggi, ciò che più apprezzo di questa copertina è l’ordine di lettura dettato dagli elementi: l’occhio si muove dal centro verso l’alto, per poi tornare al centro e scendere. Questo è stato il primo libro che ho acquistato solo per la copertina, non mi importava se il contenuto mi sarebbe stato utile. Volevo quella copertina.»

Leggilo

 

E la vostra copertina preferita qual è?