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L’estremista jihadista Anwar al-Awlaki fu ucciso negli Stati Uniti sei anni fa.
Tuttavia, finora è stato il principale reclutatore jihadista in lingua inglese, attraverso oltre 70.000 video pubblicati su YouTube.

Tre quarti di questi video sono ormai scomparsi dagli archivi di YouTube: così ha riferito il New York Times domenica 12 novembre 2017.
La testata ha definito la mossa da parte di YouTube un «momento spartiacque» per le piattaforme che hanno facilitato il reclutamento terroristico online.

Google, Facebook, Twitter (e perfino Airbnb), si sono sempre dichiarate estranee al materiale caricato dagli utenti. Tuttavia, negli ultimi mesi alcune di queste piattaforme sono state costrette ad assumersi maggiori responsabilità in merito a questioni delicate come questa.

Il New York Times ha riferito che gli attuali 18.600 video tuttora online inerenti ad al-Awlaki riguardano esclusivamente notizie e discussioni sulla sua morte, commenti e condanne del suo operato da parte degli studiosi ed esperti. I revisori di YouTube hanno eliminato tutti gli altri video dell’estremista, utilizzando inoltre appositi tool per garantire l’eliminazione di tutte le eventuali copie aggiuntive.

Cosa ci dimostra tutto ciò?
I social media sono strumenti incredibilmente potenti, destinati ad esserlo sempre più.
È necessario pertanto utilizzarli in modo responsabile, valutando le conseguenze e l’influenza che i contenuti hanno sugli altri utenti.