Ha solo 22 anni ma, finalmente, Jannik Sinner ha conquistato il cuore degli italiani. Tutti in queste settimane parlano di lui, anche chi non ha mai seguito il tennis. Vi è capitato di vedere condivisi sui social post e storie inerenti a Sinner da persone insospettabili, non è vero?
A mio modo di vedere, è comunque un segnale molto positivo, perché ora, la maggior parte di noi, intravede in Sinner un personaggio di riferimento, di cui andare fieri nel panorama sportivo italiano.
Non a caso ho scritto «finalmente» perché, purtroppo, fino a qualche anno fa, tantissime persone, organi di stampa e personaggi del mondo tennistico l’hanno accusato di non essere patriottico e l’hanno attaccato proprio per le sue scelte, sportive e non.
L’opinione pubblica non è stata sempre a suo favore come molti vogliono far credere. Forse è giusto così, perché ognuno di noi la pensa diversamente. Ma è facile salire sul carro dei vincitori proprio adesso.
Ebbene sì, anche un ragazzo umile e rispettoso come Jannik ha avuto, ha ed avrà, haters in questo fantastico mondo ricco di leoni da tastiera.
E di questo mi dispiace, perché lo ritengo un personaggio da ammirare: non ha solo la faccia pulita da bravo ragazzo, è proprio un bravo ragazzo. Ricco di valori e che, oltre ad insegnare sport, insegna ai giovani d’oggi quanto sia importante rimanere con i piedi per terra e continuare a migliorarsi per raggiungere il proprio scopo.
Devo dire la verità: fin dal primo momento, nonostante il titolo da predestinato e il grande clamore mediatico attorno alla sua persona, mi aveva colpito proprio per il suo modo di comunicare, molto diverso da tantissime giovani promesse nel mondo sportivo, ed è per questo che voglio condividere con voi la mia analisi.
Il predestinato
È l’appellativo che lo accompagna da quando aveva 18 anni, dopo aver vinto le Next Gen Finals. Già durante quell’occasione, in cui diede prova delle sue enormi qualità, battendo il n.18 al mondo Alex De Minaur in 3 set, dimostrò soprattutto una grande sicurezza e una mentalità fuori dal comune.
Fin da giovanissimo, infatti, il suo modo di comportarsi davanti alle telecamere e le sue parole, lasciano intravedere una grande sincerità e maturità.
«Non ho parole, ho provato solo a colpire la palla perché avevo davanti un gran giocatore»
e ancora:
«Devo fare i complimenti a De Minaur, che ha giocato alla grande tutto il torneo e che farà una grande Coppa Davis. Devo ringraziare anche il team e il pubblico, che è stato fantastico per tutta la settimana. Grazie all’organizzazione, senza la wild-card non sarei qui»
Nonostante sia all’inizio della sua carriera, Jannik ha da subito ben chiaro l’obiettivo da raggiungere. Questo lo porterà a prendere decisioni forti, che scuoteranno l’ambiente: «Coppa Davis? Non penso che andrò, ho tanto lavoro da fare e sono giovane. Ho giocato tanto quest’anno ed è giusto concentrarsi sugli allenamenti».
Mentalità vincente, umiltà, consapevolezza dei propri mezzi ma, soprattutto dei propri limiti.
Sinner e l’Italia
Sinner si è dimostrato, fin da subito, un atleta davvero singolare nel mondo sportivo. Come anticipato in precedenza, le sue parole non sono mai state banali, così come le scelte intraprese.
Un vero e proprio nutrimento per gli haters che, nei primi anni della pandemia soprattutto, non hanno risparmiato cattiverie e aggressività nei suoi confronti nonostante, a soli 20 anni, avesse già riscritto tutti i primati di precocità del tennis italiano.
Scelte forti, come quella di non partecipare a varie Coppe Davis, per dedicarsi agli allenamenti o riposare dalle fatiche dei tanti incontri, non hanno risparmiato le critiche dei maggiori quotidiani Nazionali.
Inoltre, la rinuncia a Tokyo 2021, non piacque neanche a Giovanni Malagò, Presidente del Coni:
«È una scelta. Personalmente la rispetto, ma da presidente del Coni, da italiano e patriota, non la posso condividere, le modalità al sistema sportivo non sono piaciute».
Ma Jannik ha sempre continuato sulla sua strada, dimostrando grande forza di volontà, esprimendo sempre il suo giudizio in modo onesto e diplomatico, con la stessa genuinità che lo ha sempre contraddistinto.
Forse è per questo che Sinner, oltre alle sue vittorie, iniziò a smuovere una passione enorme. Molti brand si sono avvicinati a lui ed hanno iniziato a sceglierlo come testimonial. La sua immagine è tra le più riconoscibili in Italia e piace trasversalmente a ogni fascia d’età.
Controcorrente…
«Sono dispiaciuto di annunciare che mi ritiro dalla partita di oggi a Bercy. Ho finito il match quando erano quasi le 3 del mattino e sono andato a letto solo qualche ora più tardi. Avevo meno di 12 ore per riposarmi e preparare la prossima partita. Devo prendere la decisione giusta per la mia salute e il mio corpo. Le settimane a venire con le ATP Finals in casa e la Coppa Davis saranno importantissime, ora mi concentro sulla preparazione di questi importanti eventi. Ci vediamo a Torino! Forza!»
Game. Set. Match.
Con queste parole, poco più che ventenne, Sinner criticò l’organizzazione del torneo di Parigi-Bercy, scegliendo apertamente di non scendere in campo per tutelare la sua salute fisica, sottolineando pubblicamente le criticità dell’evento.
Analizzando le sue parole, anche in questo caso, il linguaggio utilizzato risulta molto semplice ma efficace, sincero ed educato.
Questo suo modo di comunicare evidenzia, ancora una volta, un carattere forte dettato da una grande motivazione e dalla predisposizione a mettersi in discussione. Una mentalità da campione, fuori dal comune.
…e con una mentalità da top player
Lo sottolineo nuovamente. Sia per come gioca sul campo, sia per come si comporta fuori dal rettangolo di gioco, Sinner ha sempre dimostrato una mentalità da top player.
Leggiamo insieme le sue dichiarazioni al termine del trionfo di Pechino, dopo aver superato in due set, prima Carlos Alcaraz e poi Danil Medvedev, diventando n° 4 del mondo ed eguagliando il record di Adriano Panatta del 1976.
«Sono fiero del modo in cui sono stato in campo. I primi due giorni in Cina non mi sentivo bene per niente, poi i problemi con Evans, un po’ meglio con Nishioka, il vomito con Dimitrov. Ho saputo superare le difficoltà, con Alcaraz e Medvedev stavo finalmente bene. Ho imparato dagli errori e mi sono piaciuto. Quali errori? Quelli commessi agli US Open e prima, quando ho vinto il Master 1000 di Toronto e subito dopo sono uscito al primo turno a Cincinnati. Per me è importante non ripeterli. A Shanghai cercherò di vincere almeno un match per blindare le Atp Finals, l’obiettivo della stagione, ci siamo quasi. Con il lavoro di quest’anno siamo già avanti, poi ci sarà l’investimento sul 2024. Ci vuole equilibrio, nel tennis. La settimana positiva di Pechino può aprirmi altre porte».
Nelle sue dichiarazioni viene riassunta tutta l’analisi realizzata fino a questo momento e che voglio ripetere: mentalità vincente, umiltà, consapevolezza dei propri mezzi ma, soprattutto dei propri limiti.
Aggiungo anche programmazione. Una programmazione studiata nei minimi dettagli che, nonostante le critiche ricevute, ha sempre difeso e lo sta portando, piano piano, all’apice del tennis internazionale.
Un’altra lezione la darà proprio alle ATP Finals, dimostrando che per essere il migliore, devi battere il migliore. Vincendo contro Rune e conquistando la terza vittoria in altrettante gare nel girone, non ha voluto sfruttare l’occasione di poter eliminare dal torneo il numero uno al mondo Novak Diokovic, che batterà proprio Sinner in finale.
Ma quale sapore avrebbe avuto in questo modo la vittoria? Quale sarebbe stata la sua crescita a livello umano e personale? Quale esempio avrebbe dato ai più giovani?
Per fortuna ha fatto la scelta giusto. Lo si legge negli occhi. Guadagnandosi il rispetto del più forte e di tutti noi.
Perché dico questo? Perché il modo di comunicare delle persone non viene definito solamente dalle interviste rilasciate o dalle dichiarazioni scritte sui social. Si tratta di comunicazione offline, talmente potente da rimanere impressa nella mente delle persone, che riconoscono i valori e la morale dell’atleta.
Infatti, gli appassionati ed i tifosi crescono in Italia e in tutto il mondo. I numeri sono sempre più evidenti anche nei social network, che registrano un aumento di oltre 50k follower durante il torneo.
Non solo. I risultati di Sinner influiscono anche sui numeri della FITP ed Eurosport, che vedono notevolmente incrementati i propri follower.
Come se non bastasse, dimostra freddezza, rispetto ed educazione, anche quando avversari più esperti lo deridono o lo sconfiggono, come Medvedev ad esempio:
«Medvedev un po’ scorretto? Scorretto è una parola grossa, alla fine ha vinto la partita. Io spero di rigiocare con lui quando la partita conterà, poi vediamo cosa fa. Se è giusto o no non voglio dirlo, intanto oggi ha vinto quindi bravo lui».
La sua maturità continua a trasparire dalle dichiarazioni e riceve sempre più consensi dai fan e dai colleghi.
La partita che conta poi, sappiamo tutti com’è finita…
Tralasciando la sfera sportiva, anche nella vita privata Jannik Sinner non ha mai fatto parlare di sé. Al contrario, ha sempre cercato di mantenere un profilo basso nel mondo virtuale. Non ha mai nascosto, inoltre, di non gradire troppo i social network e di essere un ragazzo all’antica.
Anche questo lo contraddistingue dai suoi coetanei e, a mio modo di vedere, lo valorizza.
Ma c’è anche un altro motivo alla base della sua decisione di restarne fuori. Utilizza parole che fanno riflettere, un esempio per tutti nel mondo di oggi:
«Non sento il bisogno di utilizzarli spesso, perché so cosa può succedere se li usi male. Sui social metto il mio lavoro: allenamenti, commenti alle partite, cose del genere. Ma lascio fuori la vita privata: proteggo le persone che mi stanno intorno, non ho bisogno di farle vedere a tutto il mondo».
La consacrazione
Veniamo ad oggi. Nonostante gli incredibili record raggiunti con la vittoria di qualche giorno fa agli Australian Open, nelle sue interviste post partita possiamo notare come il suo modo di comunicare, negli anni e nel susseguirsi dei successi, non sia affatto cambiato.
A soli 22 anni, le sue parole non hanno l’obiettivo di autocelebrarsi ma, anzi, ringrazia sempre chi gli ha permesso di arrivare a questi livelli. Sul piedistallo mette sempre il suo team e la sua famiglia, condividendo in mondovisione, un messaggio tanto bello quanto potente.
E continua a dare dimostrazioni ai più giovani di quanto sia importante rimanere con i piedi per terra e lavorare sodo per raggiungere i propri obiettivi.
Conclusioni
In fin dei conti, è facile capire perché Sinner sia così tanto amato a livello mondiale e del perché goda del rispetto dei suoi colleghi. Atleti del calibro di Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic, per citarne qualcuno.
Come ripetuto più volte, si è sempre dimostrato un giocatore corretto e genuino, dentro e fuori dal campo.
Le decisioni prese, a mio avviso, seppur condivisibili o meno, sono sempre state dettate da un’analisi minuziosa inerenti alla sua qualità di vita da sportivo e alla sua carriera. Scelte difficili, ma mai dettate da una mancanza di rispetto e le sue parole ed i risultati ottenuti ne sono la prova.
È diventato un punto di riferimento. Non solo per le performance sul campo da tennis, ma come esempio da seguire. È questa la potenza e l’essenza dello sport, sposata in pieno da Jannik.
Non è quindi un caso quest’onda di amore nei suoi confronti, dall’Italia, dall’Europa, dal Mondo, dai suoi colleghi e dagli atleti che ha sconfitto.
Quest’ultima vittoria lo ha spedito direttamente nell’Olimpo dei più grandi. Eurosport ha registrato, durante la finale, il 18% di share con oltre 2M di telespettatori e 40M di views sui social media.
Rispetto alla Coppa Davis, i fan del nostro talento italiano sono aumentati addirittura di oltre 347K follower.
Inoltre, negli ultimi mesi, gli sponsor internazionali stanno facendo la fila: dalla Rolex alla Nike (da cui guadagnerà 150 milioni di dollari grazie al contratto decennale), perché affascinati e interessati sia alle sue qualità sportive ma, soprattutto alle sue qualità morali, che lo rendono il testimonial ideale per qualsiasi campagna pubblicitaria.
Rimani sempre così Jannik.
Il futuro è nelle tue mani.