
All’inizio del 2017 avevo fato una lista di buoni propositi (ad essere sincero non era nemmeno troppo lunga), ma ovviamente è trascorso un intero anno senza che nessuno di questi sia stato portato a termine.
Ho deciso quindi di riproporla nel 2018, con risultati decisamente migliori.
Tra i vari punti c’era anche quello di “Utilizzare meno i social network“.
Chi mi conosce meglio, infatti, sa bene quanto tempo libero trascorro sui social, in questa eterna alternanza a Netflix, altro passatempo che mina pericolosamente la mia produttività.
Qualche settimana fa, quindi, approfittando di una sempre minor voglia o (apparente) necessità di utilizzare Facebook, dovuta soprattutto all’enorme quantità di s*******e che leggevo, ho disattivato temporaneamente il mio account, per capire quali conseguenze sarebbero emerse.
Tutto bellissimo, davvero, ormai “solo” Instagram riempiva quei vuoti momenti di noia e sin dal primo giorno di Facebook non ne sentivo assolutamente la mancanza. Eppure eccomi di nuovo qui: ho riattivato il mio profilo, o meglio, ho dovuto riattivare il mio profilo.
Perché?
La risposta più scontata sarebbe «Bè non puoi fare a meno di Facebook» ed effettivamente non è così sbagliata, tuttavia quel “non puoi fare a meno” non si riferisce a un qualche tipo di dipendenza da social, ma vera e propria necessità.
Faccio un passo indietro: quando ho scelto di eliminarmi da Facebook, ero ben consapevole delle difficoltà verso le quali sarei andato incontro.
Per sicurezza, prima di tutto ho fatto il backup del mio profilo (già, nel caso non lo sapeste è possibile scaricare uno .zip di qualche GB contenente tutte le vostre foto/video/link contenuti su Facebook), dopodiché ho reimpostato email e password di tutti quei servizi come, ad esempio Spotify, nei quali ero registrato tramite profilo Facebook.
Portato a termine il primo step, ho pensato che l’utilizzo di questo social network possa avere anche un fine lavorativo: ho creato un nuovo profilo con la mia mail e foto Be.Family, ho iniziato a seguire le pagine dello studio e dei clienti, senza accettare amicizie da nessuno e lasciandomi catturare dalle pagine che davvero mi interessano.
Ci siamo: profilo disattivato e ciao grazie a Mark.
E INVECE
Di lì a poco sono sorti i primi problemi.
Cominciamo con gli eventi: ora non so come tu rimanga informato su eventi, conferenze, workshop, ecc, forse avrai un event planner che segue queste cose al posto tuo, ma io che, nella maggior parte dei casi, per andare a qualche festa devo letteralmente trascinare gli amici, dopo aver visto l’evento su Facebook ero nella m***a.
Il primo sabato da quando ho avuto questa brillante idea, sono venuto a conoscenza di una festa “privata” alla quale per accedervi era necessario essere all’interno del gruppo Facebook dedicato.
Ok, ho capito che se vuoi rimanere costantemente aggiornato sugli eventi non puoi eliminarti da Facebook.
«Varrà solo per i festini dai, ormai ho messo like a tutti i locali, musei, gallerie, ecc che conosco» – mi dicevo.
Povero illuso.
Nei giorni successivi, in studio, non potevo vedere metà delle cose di cui parlavano i miei colleghi, dalle nuove funzionalità delle pagine Facebook a determinati contenuti condivisi in esse.
Nel nostro lavoro possiamo quindi dire che “si rimane indietro”? Anche solo perdendosi qualche nuovo post sponsorizzato strafigo di determinati brand? A quanto pare, sì.
Dopo un paio di settimane decido di ritornare sui miei passi e riattivare questo fantomatico profilo Facebook, la cui presenza aleggiava costantemente su di me. Scopro quello che per me, fino a quel momento, non era possibile: il mio profilo era comunque rimasto attivo su Messenger.
Esattamente, nonostante nessuno potesse trovare il mio profilo o “taggarmi” su Facebook, chiunque era libero di scrivermi in chat.
Al mio rientro, infatti, ho trovato una serie di messaggi di amici e clienti in attesa di risposta.
Tutto ciò mi ha portato a una profonda consapevolezza del contesto in cui viviamo.
Certo, dovrei ben sapere quanto questo social network sia radicato nelle nostre vite, ma a quanto pare, per noi così legati al mondo della comunicazione, si tratta di uno strumento ancora troppo importante per essere lasciato in disparte.
Sento molte persone parlare di “declino di facebook” oppure “tanto ormai utilizzo solo Instagram”, ma la triste verità è che per ora nessuno è in grado di mantenere al 100% le proprie reali reti sociali e rimanere aggiornato su ciò che davvero lo interessa senza Facebook.
Se voi siete riusciti a disattivare il vostro profilo senza riscontrare alcuna difficoltà, spiegatemelo subito!