
Molti di voi conosceranno, ameranno (e forse ormai odieranno) il Futura, un font nato come contributo d’avanguardia al Modernismo degli anni ’20.
Negli anni ’60 era diventato parte integrante dell’immagine autorevole della NASA.
Mentre Buzz Aldrin e Neil Armstrong lievitavano sulla superficie lunare, lasciarono dietro di loro queste parole:
«Gli uomini del pianeta Terra hanno messo piede sulla Luna. Luglio 1969. Siamo venuti in pace.»
La placca lunare è uno dei grandi oggetti di design del 20° secolo, ovviamente non per la sua estetica, ma per quello che rappresenta. La piastra di acciaio è infatti apparentemente semplice. L’iscrizione monumentale, opportunamente ambientata, si trova sotto i disegni dei due emisferi terrestri ed è seguita dalle firme degli astronauti e del presidente Nixon.
Il design della placca lunare ha poco a che fare con il film 2001 Odissea nello spazio, nonostante sia stato utilizzato da Kubrick per scriverne il titolo.
Futura è il carattere tipografico utilizzato per tutto il testo e in quel momento era senza dubbio il font più appropriato.
Il Futura entra nella storia dei font nel 1927 per opera del designer di caratteri tedesco Paul Renner.
È diventato rapidamente uno dei simboli mondiali, forse il più piccolo e più facilmente consumabile, del Modernismo ispirato al Bauhaus.
Futura iniziò come espressione di un’arte elitaria, ma divenne rapidamente mainstream negli Stati Uniti, utilizzato in particolare da inserzionisti e stampatori nelle più disparate destinazioni: dalle didascalie museali delle opere di Picasso, ai cataloghi di interni, persino alle riviste come Vanity Fair.
Nel giro di un decennio, l’America aveva pienamente assimilato il design sans serif dalle forme moderne e vivaci del Futura.
La chiara forma geometrica e il sapore sperimentale era perfetto per gli utilizzi culturali e commerciali.
Futura simbolo d’autorità
Negli anni ’50 e ’60 il Futura si era affermato anche come spunto visivo per l’autorità: segnalava informazioni importanti, note a piè di pagina di libri, giornali, enciclopedie e riviste.
L’autorità visiva del Futura nacque dalla sua ubiquità, privando efficacemente il carattere della sua esclusività d’avanguardia.
In questo ambiente, la NASA non ha scelto Futura per la sua affermazione estetica e simbolo di modernismo e viaggi spaziali. L’Esercito degli Stati Uniti utilizzava già da molto il Futura come base fin da prima della seconda guerra mondiale e l’aviazione americana aveva iniziato ad applicarlo sulle etichette dei missili verso la fine degli anni ’50. All’epoca del programma Apollo negli anni ’60, il Futura era una scelta generica per contraddistinguere le operazioni militari.
Come per molte operazioni su larga scala, la NASA ha operato contraendo la progettazione e la produzione degli articoli necessari, dai razzi ai sacchi di rifiuti. Ma poiché ogni appaltatore ha timbrato i prodotti con le proprie etichette, quando i prodotti hanno raggiunto la sede interessata sono stati uniformati al sistema grafico della NASA.
Ad esempio: la fotocamera di medio formato che gli astronauti dell’Apollo 11 usavano per fotografare la Luna era la Hasselblad 500EL svedese, modificata con lubrificanti e rivestimenti speciali per l’uso nello spazio. La NASA ha posizionato un adesivo con istruzioni semplificate sulla parte superiore di ogni telecamera. Indovinate che font hanno utilizzato per scrivere le istruzioni? Esatto, il Futura!
Ciò assicurava che gli astronauti potessero operare senza indugi con la telecamera, dando a queste anche un aspetto “ufficiale” che gli astronauti avrebbero rapidamente e, inconsciamente, riconosciuto.
Gli ingegneri e i costruttori della NASA hanno utilizzato questo tipo di adesivo centinaia di volte nei loro progetti, fino a quando il Futura divenne una delle manifestazioni più evidenti del complesso sistema grafico della NASA. Dopo che i serbatoi di ossigeno esplosero sull’Apollo 13, Jack Swigert controllò i livelli di ossigeno in aumento sui quadranti degli indicatori, i quali erano scritti in Futura. E dopo ogni missione di successo, le etichette con lettere in Futura sulle porte guidavano gli astronauti mentre aprivano i boccaporti sulla Terra.
Il tipo Futura nero su etichette adesive argentate indicava perfino il quantitativo della razioni alimentari giornaliere. Manuali di addestramento e operativi erano principalmente scritti in Futura.
In ogni caso, la presenza del carattere tipografico serviva come prova del fatto che un oggetto era stato controllato e autorizzato per l’uso nel sistema grafico della NASA – sia sul terreno al controllo di missione che nella navicella spaziale. Il sistema di marcatura ha legittimato ogni pezzo e, grazie alla somiglianza visiva di ogni etichetta, ha contribuito alla facilità d’uso.
Futura divenne l’elemento principale del complesso sistema grafico della NASA per le sue migliaia di scienziati, per gli ingegneri e burocrati governativi, ma la sua riconoscibilità si confermava immediata soprattutto per gli astronauti. Senza Futura, il modulo di comando sarebbe parso un groviglio confuso di elettronica.
Immagina di provare a connettere i tuoi altoparlanti Sony al tuo televisore Panasonic, o di cercare il telecomando giusto, il tutto mentre sfreccia nello spazio. ?
Gli astronauti avevano già abbastanza di cui preoccuparsi. Dove era necessaria la complessità, un’intera serie di pulsanti, manopole e quadranti erano etichettati in Futura, consentendo agli astronauti il totale controllo. Ovunque le cose potessero essere semplificate, come le istruzioni della fotocamera e le buste per alimenti, Futura ha eliminato le informazioni estranee.
In tutti i casi, il Futura ha reso gli oggetti su cui era stampato parte di un sistema che gli astronauti hanno riconosciuto come propri. Tutto quello che dovevano sapere proveniva dalla NASA, e tutto ciò che era della NASA era scritto in Futura.
Questo articolo è stato adattato da Never Use Futura (Princeton Architectural Press, 2017).