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Fine 2010: Wired lancia una sentenza bomba. Chris Anderson e Michael Wolff dichiarano (dati alla mano) che «The web is dead», il web è morto. Chi l’ha ucciso? Le app.

Inizio 2017: Facebook dà il via ai test per il motore di ricerca di immagini. La funzione è solo la punta di un iceberg di un progetto ambizioso, che mira a sostituirsi a Big G, Google.

Infatti, avrete notato che da qualche settimana l’aspetto dei risultati nella barra di ricerca è cambiato: non sono più presenti le anteprime delle foto profilo, utili in particolare quando si cercava una persona.

Ma la vera rivoluzione è un’altra: i risultati appaiono come suggerimenti a mano a mano che si digita, in pieno stile Google Suggest. Anche Facebook, come Google, è in grado di prevedere le query di ricerca, fornendoci risultati sempre più ricchi.

Questa nuova funzione è fantastica in ambito SEO: infatti, è possibile ricercare keyword di nicchia per le quali posizionarsi e ampliare di fatto lo spettro semantico di strumenti come AdWords.

Unite questa funzionalità ai miliardi di contenuti caricati su Facebook ogni giorno e otterrete il più potente strumento di ricerca al mondo.

Provate a ricercare “dolce alla nutella” su Facebook.

Ecco comparire varie tab, in pieno Google style, che suddividono i risultati di ricerca tra le varie sorgenti (Post, Foto, Video, Pagine ecc). Facebook ha raccolto e archiviato per anni i nostri contenuti ed ora ce li restituisce in un istante, tutti ordinati.

Non mi sorprenderebbe se in futuro Facebook offrisse posizionamento a pagamentoall’interno dei risultati di ricerca: infatti, quando le informazioni piovono ed esiste una piattaforma che le mette in ordine, lo step successivo organico è quello della visibilità.

 

Facebook è geloso dei propri utenti

Facebook sta assomigliando sempre di più a Google perché ha tutto l’interesse nell’avere utenti attivi nella propria piattaforma: più utenti attivi, più dati raccolti, più informazioni disponibili per gli inserzionisti, più soldi per gli annunci. Per “costringerci”, o meglio, per intrattenerci al suo interno, Facebook ha sviluppato e svilupperà negli anni funzioni sempre più interessanti, utili e coinvolgenti. Ad esempio, è stata di recente preannunciata dal Wsj la possibilità (e poi confermata da Facebook), nel prossimo futuro, di acquistare abbonamenti alle notizie delle testate giornalistiche: informazione di qualità e sempre aggiornata, una vera sfida alle fake news.

Non è certo un mistero che Facebook limiti, in termini di visibilità, tutto ciò che punta all’esterno da sé: l’algoritmo di Facebook, infatti, premia i contenuti interni (immagini, foto, video, pagine) perché mantengono l’utente all’interno della piattaforma. Un utente indirizzato a un link esterno equivale a un utente perso: certo, tornerà, ma le informazioni che distribuirà come le briciole di Pollicino nel web non saranno recuperabili.

 

Chi trova un amico trova un tesoro

Infine, Facebook possiede una leva fortissima che Google non ha a disposizione: le amicizie. Cosa c’entrano? Vi faccio un esempio: voglio cercare un ristorante a Venezia dove andare a cenare questa sera. Se cerco su Google ottengo un elenco di vari ristoranti, con recensioni, indirizzi, orari di apertura, foto ecc. Se ricerco “ristorante Venezia” su Facebook ed espando la tab “Luoghi”, ottengo una lista simile a quella di Google; però, se applico la funzione “Visitati dagli amici”, Facebook mi restituisce tutti i ristoranti in cui sono stati i miei amici.

 

Vi sembra poco? A mio parere è una funzione potentissima: non mi interessa sapere quanta gente ne abbia apprezzato o meno la cucina, mi interessa sapere se le persone a me care ne siano rimaste soddisfatte. Come faccio? Messaggio privato su Facebook: «Ciao Pier, ho visto che sei stato al Ristorante Al Ritrovo, come l’hai trovato?».


Ieri capitava di sentir dire che «Internet è Google», domani sentiremo che «Internet è Facebook».


È presto per affermare che Facebook supererà, prima o poi, Google? Staremo a vedere!

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