
Ogni notifica è denaro.
Spesso, durante il giorno ricevo notifiche da Twitter del tipo: «A questa persona che segui è piaciuto il tweet di questa persona che non segui».
«Ok, di cosa tratta questo tweet?» penso.
Guardo il tweet per alcuni secondi e – ovviamente – il più delle volte non è nulla che mi interessa.
Eccomi lì, caduto nella trappola: già che ci sono comincio a scorrere su Twitter.
In questo momento, il social network (e non lo fa solo Twitter – molte aziende usano questa tattica) è riuscito a portarmi dal “non utilizzare il mio telefono”, a “scrollare nella loro app”.
E indovinate un po’?
Resto lì a scorrere il mio feed che sembra non finire mai.
Questo stesso modello è utilizzato da social network come Facebook e LinkedIn.
Ci sembra positivo il fatto di poter continuare a fruire dei contenuti per quanto tempo vogliamo, ma non è altro che una strategia studiata per tenerci all’interno della piattaforma il più a lungo possibile.
A tal proposito, Instagram ha inserito una bella funzionalità che ti avvisa quando hai finito di vedere tutte le foto che ti eri perso da quando dal tuo ultimo accesso. Appare il messaggio «Tutti sono stati caricati». Questo è un ottimo segnale per l’utente che probabilmente poco dopo interromperà la morbosa attività di scroll.
Ma il punto è questo: le grandi aziende stanno iniziando a utilizzare modelli di progettazione delle proprie app davvero efficaci per “tenerti incollato” al loro prodotto e farti fare ciò che vogliono e, credetemi, probabilmente non vi renderete nemmeno conto che quello che state facendo in realtà era già previsto l’avreste fatto. Stanno diventando davvero bravi .
Esistono tuttavia altri modi in cui viene sfruttata la nostra natura umana ed è possibile evitare di cadere in questi stratagemmi, se lo si vuole
Dark patterns
Nell’industria del design è un termine usato per descrivere funzioni progettate per essere fuorvianti o forzare una persona a fare qualcosa che normalmente non farebbe.
Esistono davvero moltissimi esempi di dark patterns e non sono utilizzati solo da piccole startup che cercano di accelerare la propria crescita, ma spesso compaiono su app e siti web molto noti.
Dal “roach motel” (aziende che rendono facile entrare in una situazione e poi incredibilmente difficile uscirne) al “malinteso” (quando una persona tenta di fare una cosa, ma succede invece qualcos’altro di non intenzionale) ci sono molte strategie comuni che incontrerete e dovrete affrontare durante la navigazione.
E questa è solo la punta dell’iceberg: ci sono anche dark patterns ben più profondi e ingannevoli.
Gioco d’azzardo
L’industria del gioco d’azzardo può ritenersi soddisfatta di un proprio prodotto quando esso crea dipendenza.
Riescono a mantenere basse le probabilità di soddisfazione, ma molto alta la speranza.
Naturalmente, altre aziende che non hanno intenzione di etichettarsi come “società di gioco d’azzardo” prestano comunque attenzione a queste strategie di progettazione nella speranza di una monetizzazione su larga scala.
Facciamo un esempio: sia EA che Konami realizzano giochi di calcio molto popolari (rispettivamente FIFA e Pro Evolution Soccer).
Negli ultimi anni, entrambi i giochi hanno introdotto le modalità fantasy team, all’interno della quale gli utenti possono selezionare i loro giocatori preferiti di tutti i tempi e creare una squadra. Quando però gli utenti tentano di “aprire pacchetti” di giocatori, entrambe le case produttrici di videogame utilizzano lo stesso modello di progettazione dell’avvincente slot machine.
Gli utenti non sanno ancora quali giocatori otterranno al momento dell’acquisto: è abbastanza casuale.
Possono anche acquistare pacchetti con una maggiore probabilità di ottenere un giocatore “oro” o “raro”, ma comunque un risultato sempre abbastanza casuale.
Dopo l’acquisto, i pacchetti si aprono e l’utente ottiene una selezione di giocatori che potrebbero essere quelli che l’utente stava sognando o, al contrario, potrebbero essere davvero terribili.
Ora, ripensiamo alla slot machine: l’utente inserisce il denaro, per iniziare un sorteggio casuale di oggetti e può o meno essere soddisfatto del risultato.
Non sorprende affatto che il Belgio abbia vietato la vendita dei “Punti FIFA” in tutto paese.
I modelli di dipendenza che vengono incorporati nei giochi ora stanno creando chiaramente una generazione molto più orientata alle “scommesse online”.
Il rapporto sui giovani e il gioco d’azzardo ha affermato che il gioco d’azzardo su minori è quadruplicato in due anni.
Gamification
Quando pensi alla gamification, probabilmente non pensi a qualcosa che implichi la “manipolazione”, e credo che ci siano casi in cui questo modello di progettazione potrebbe essere davvero utile e efficace per un’azienda. Tuttavia, ce ne sono altre che tenteranno di sfruttarlo per il proprio profitto, senza preoccuparsi dell’impatto che questo ha sull’utente.
La gamification è un processo che trasforma una determinata situazione/comportamento in una sorta di gioco.
Ad esempio, se segui una lezione di inglese su Duolingo, potresti ottenere alcuni punti e salire in classifica.
Se usato nel giusto contesto, questo modello può rivelarsi abbastanza potente. Esempio: il campo dell’istruzione. Se si riuscisse a far sì che gli utenti considerassero l’apprendimento di una nuova nozione divertente e competitiva, molto probabilmente imparerebbero di più e vorrebbero tornare ad aumentare i loro punteggi per mettersi in mostra. Ciò comporterebbe probabilmente risultati migliori nei loro test e, perché no, magari guadagnare di più dal proprio lavoro in futuro.
Questo è il tipo di gamification che potrebbe ottenere un risvolto molto positivo.
Peccato che vi siano aziende che usano palesemente e spudoratamente la gamification solo per migliorare i loro KPI.
Sicuramente vi sarete già imbattuti in siti che vi regalano punti per iscrivervi, ve ne regalano ancora un po’ per invitare un amico, e dopo qualche tempo un’altra manciata di punti per rimanere attivo all’interno della piattaforma. Lo avreste fatto altrimenti?
Queste aziende vi stanno solo usando per “coinvolgere” più persone e aumentare il numero dei loro utenti attivi e, di conseguenza, il valore economico della piattaforma stessa.
Il percorso verso il benessere digitale
La domanda che probabilmente vi starete ponendo è: «Quindi nel web tutti cercano di fregarmi e approfittare del mio tempo?».
No, fortunatamente a qualcuno importa il fatto che stiamo diventando dipendenti dagli schermi da 5 pollici e mezzo nelle nostre tasche.
Recentemente il Senato degli Stati Uniti si è riunito per discutere di modelli di progettazione pervasivi nella tecnologia moderna e come potrebbero essere legiferati.
Anche Apple e Google stanno valutando di adottare soluzioni che permettano uno stile di vita tecnologico più “rilassato”.
Stanno gradualmente introducendo funzioni che misurano il tempo trascorso davanti allo schermo, permettendo di impostare limiti su quanto tempo vuoi rimanere in un’app ogni giorno.
Marchi di smartphone come OnePlus hanno inoltre introdotto funzionalità come ZenMode, che incoraggia gli utenti a fare una pausa dal proprio smartphone ogni tanto.
Riflessioni conclusive
Nonostante la tecnologia e il concetto che sta dietro al “mobile” sia una cosa bellissima che ci permette di essere collegati con tutto il mondo in qualsiasi momento, le app e i software riusciranno a ricostruire in modo sempre più intelligente e preciso il nostro profilo, prevedendo le nostre azioni, così da ottimizzare l’esperienza e farci continuare a utilizzare il prodotto/servizio.
Questo non deve incuterci paura, ma ne dobbiamo essere profondamente consapevoli. L’ottimizzazione dell’esperienza per gli utenti può essere un’ottima cosa – io in primis ne sono convinto. Pensate ad esempio a un’esperienza di apprendimento su misura realizzata in base al vostro livello.
Ciò che dovreste considerare, tuttavia, è quali app stanno imparando qualcosa su di voi e quali informazioni state fornendo loro a ogni tocco ma, soprattutto, cosa vogliono esattamente da voi.
Dovremmo apprezzare di più le aziende e i brand con una forte etica e che rispettano davvero i loro utenti.
Se aveste la possibilità di scegliere tra un prodotto pubblicizzato bene o uno che si preoccupa per il vostro benessere, quale scegliereste consapevolmente?