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Voi avete un social network? Forse non uno, ma ben due o tre. Quasi nessuno può mancare all’appuntamento giornaliero sul proprio profilo Facebook, Twitter o Instagram. Per non parlare del successo strabiliante che sta avendo Snapchat nell’ultimo periodo. Ma proprio dai social, sollevo una questione: esiste una sorta di social network divide?

Da sempre siamo soliti definire “internet” come una rete senza confini, mondiale. Ma se dobbiamo argomentare questa definizione, capiamo immediatamente che forse, prendendo in considerazione i social network, non è proprio così.

I paesi occidentali sono molto uniti sotto questo punto di vista, con una fortissima presenza del colosso Facebook/Instagram, Twitter, LinkedIn e Snapchat.

 

Dalla Russia alla Cina

Ma spostiamoci verso l’Oriente: in primis in Russia, dove troviamo VKontakte, fondato dal programmatore russo Pavel Durov nel 2006. Nel primo mese del 2014 raggiunge i 210 milioni di utenti registrati. In seguito, lo stesso fondatore si lancia nella sfida Telegram.

Se ci spostiamo ancora un po’ verso est atterriamo nella grande Cina, uno dei paesi digitalmente separati dal nostro (sempre in ambito social), vista la censura da parte del governo delle principali piattaforme da noi utilizzate, dai social network come Facebook, Twitter e LinkedIn, al mondo Google, fino ad arrivare ad alcuni e-commerce molto famosi.

Dalla censura ovviamente sono sorte molte altre piattaforme, e mi soffermo per una breve panoramica per farne comprendere le opportunità, ma allo stesso tempo il grande lavoro che richiede entrare nei network cinesi: in primis WeChat (per i cinesi Weixin), una delle più importanti nel paese. La maggior parte della popolazione non solo la utilizza per la messaggistica istantanea, ma acquista sugli e-commerce attraverso l’utilizzo del QR code (da noi non ha mai spopolato, ma in Cina vanno molto). Non solo: i cinesi scambiano denaro, file e si uniscono ai brand attraverso la funzione “Moments” dell’applicazione.

Altri social, sempre importanti e famosi, sono Qzone, RenRen e Kaixin. Quest’ultimi possiamo definirli come gli equivalenti di Facebook. E ancora: Sina Weibo, la più popolare piattaforma social di micro-blogging in Cina, praticamente l’equivalente di Twitter in termini di funzioni.

Questi sono esempi che ci permettono in primis di comprendere come “lato social” ci sia in verità un divario tra paesi, e non una vera e propria rete. Si potrebbe quasi parlare di social network divide, prendendo spunto dal “digital divide” di cui si parla ancora molto.

E voi cosa ne pensate?

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Niccolò MamprinNiccolò Mamprin4 Dicembre 2019